con Isabel Russinova

di Dario Fertilio

scene e costumi  Wilma Logatto

light designer  RMC

regia  Rodolfo Martinelli Carraresi

Lo spettacolo, in forma di monologo, si basa sulla lettera realmente inviata da una bambina a Stalin negli anni Trenta, durante la carestia voluta dal regime sovietico per piegare la resistenza dei contadini, provocando milioni di vittime. Nina, la protagonista, era animata da una fede cieca nel dittatore, persino più forte della fame e della inedia che alla fine la uccisero; assurge a simbolo del feroce inganno in cui furono indotte tante persone dal regime comunista, ma anche della fascinazione che esso fu in grado di esercitare.
Sulla scena, la protagonista simbolica è dunque Nina, o meglio il suo fantasma; la protagonista reale è una donna che, anch'essa sedotta dalla propaganda, a suo tempo non ebbe il coraggio di aiutarla. Realtà storica (l'originale della lettera di Nina a Stalin, cui non seguì mai una risposta, si trova negli archivi sovietici) e finzione scenica si fondono così in questo spettacolo, creando un forte impatto narrativo.
Dario Fertilio è uno scrittore italiano di antica famiglia dalmata e cultura centroeuropea. Giornalista, vive a Milano. E' autore di saggi, romanzi e racconti, oltre che di lavori teatrali ispirati a temi di impegno sociale e politico. Presiede l'associazione internazionale Libertates (www.libertates.com) e insieme al leader dei dissidenti russi Vladimir Bukovskij ha lanciato l'iniziativa del Memento Gulag, la giornata della memoria per le vittime del comunismo e di tutti i totalitarismi, che si celebra il 7 novembre, affiancandosi al Giorno della Memoria per la Shoah e a quello del Ricordo per i giuliani e dalmati costretti all'Esodo e vittime delle foibe. Scrive su L'Osservatore Romano e Il Giornale. Dirige il Dalmata. Nelle sue opere sono sempre presenti i temi della libertà capace di opporsi al potere ingiusto, della responsabilità personale, del coraggio d'amare.

€ 15
produzione ARS Millennia Production