Fragileresistente parla di oggi e di noi, noi come più generazioni, noi come società.

Parla della nostra stanchezza, della nostra incapacità di vedere un futuro possibile, delle nostre immaginazioni malate, represse, compresse. Fragileresistente si chiede se il senso di impotenza che ci immobilizza è reale, o se è indotto, e da cosa, e perché. Si chiede quali azioni sono ancora possibili.

La linea narrativa che si sviluppa lungo l’intero arco dello spettacolo, la storia di un padre e un figlio, esplora che relazione c’è tra la depressione di un figlio, la fatica di un padre e lo stato del mondo. L’evento di un tuffo da uno scoglio, una caduta, diventa per entrambi l’apice di due diverse forme di impotenza: verso l’altro e verso il mondo.

Cosa ne pensano gli altri

“Fragileresistente non è solo uno spettacolo, ma un’esortazione a riflettere sulla nostra società, sulle sue stanchezze e sulle difficoltà di immaginare un futuro sostenibile. Si interroga sulla reale impotenza che sembra immobilizzare le generazioni attuali, chiedendosi se sia un sentimento indotto e, in caso affermativo, da cosa e perché. Questa rappresentazione teatrale invita il pubblico a considerare quali azioni siano ancora possibili in un mondo che sembra sempre più fragile e, allo stesso tempo, resistente”.

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