di Valentina Diana - Beppe Rizzo
con Beppe Rizzo - Anna Montalenti
regia Beppe Rizzo
Tutti conoscono la storia di Cenerentola, ma pochi sanno che ne esiste una versione italiana più antica che ha come protagonista una bambina di nome Zezolla.
Zezolla non ha una sola matrigna, ne ha due; non ha due sorellastre, ma sei. Inoltre non è una bambina perfetta; anche a lei capita di commettere degli errori. Nonostante queste differenze, Zezolla (come Cenerentola), cade in disgrazia e viene segregata e disprezzata all’interno della sua stessa famiglia. Queste avversità, per quanto dure da sopportare, non sono vane; trovarsi a fronteggiarle la renderà forte e fiduciosa.
Così Zezolla, il cui soprannome è Gatta Cenerentola - per il suo andarsene randagia, sola e selvatica, per le cucine col volto sporco di cenere -, da fanciulla diventerà ragazza e poi adulta. Grazie al sostegno delle fate dell’isola di Sardegna la protagonista riuscirà nel difficile compito di affrontare il mondo fuori dall’angusto contesto familiare.
Chissà se un giorno non sarà proprio Zezolla a raccontare una fiaba alla propria figlia, perché - come era accaduto a lei - un giorno ne possa far tesoro.
Perché vederlo: il progetto nasce con l’idea di cercare un nuovo modo per raccontare la fiaba italiana attraverso il teatro di figura (che utilizza oggetti scenici come protagonisti), nel tentativo di avvicinare le tradizioni di origine popolare al pubblico contemporaneo. Questo percorso, intrapreso nel 2006, ha portato alla creazione di un ciclo di spettacoli ispirati a fonti come le Fiabe popolari italiane (1956) di Italo Calvino e, nel caso de La Gatta Cenerentola, al testo seicentesco di Giambattista Basile Lo cunto de li cunti.
produzione Oltreilponte Teatro
durata 60’