Stralci di rassegna stampa

Barbareschi contro i buonismi. Una pièce forte e urticante.

Stefano De Stefano – Corriere del Mezzogiorno 06/07/17

 

Charles è come Antigone, ha il suo stesso problema: il mio credo contro quello dello Stato. Ma Antigone non si pente, è greca, Charles si pente, è ebreo. Il nocciolo della faccenda è questo. È ciò su cui Mamet e Barbareschi invitano a riflettere. Barbareschi…sottolineando che le azioni di Charles hanno un rapporto se non con una piena fede, almeno con la ricerca di Dio, come la chiama lui, della saggezza… difficile discuterlo come interprete.

Franco Cordelli – Corriere della Sera 23/11/17

 

Straordinariamente interpretato da Luca Barbareschi, Lunetta Savino e Duccio Camerini…

Emilia Costantini – Corriere della Sera 18/11/17

 

A Mamet basta poco (la scenografia è quasi un di più, ma bellissima) per mettere alla berlina tanto della società attuale occidentale, non solo americana. Due attori in ogni singolo quadro degli otto complessivi, quasi otto incontri di boxe, un ring in cui il combattimento si svolge con la moglie, con il proprio avvocato e con la pubblica accusa, fino al finale a sorpresa. Il politicamente corretto e la verità. Indovinate chi vincerà. Da vedere e, possibilmente, rivedere per apprezzarne le sfumature.

Paolo Leone – Corriere dello Spettacolo 08/11/17

 

Con notevole immedesimazione Luca Barbareschi ha fatto suo il personaggio offrendone la complessa frammentazione e ricomposizione, affrontandone le diverse fasi e percorrendole con volontà di martirio, a confronto con lo spietato mondo del potere, in questo caso giornalistico, giudiziario, privato. Lunetta Savino interpreta con convinta forza espressiva il ruolo della moglie vessata dal rifiuto della società verso chi non si adegua ai comportamenti socialmente accettati. Massimo Reale offre nell’avvocato l’aspetto del consigliere amico, di cui sapremo poi il risvolto negativo, che non ci viene però mostrato, ma soltanto riferito. Con piglio autoritario e derisorio delinea il suo uomo di giustizia Duccio Camerini, con la sua beffarda inquisizione nei confronti del già provato psichiatra. Un testo di grande efficacia, questo ‘Il penitente’…

Critica teatrale – Maricla Boggio 08/11/2017

 

‘Il Penitente’ firmato Barbareschi. Una buona regia per la parabola discendente di uno psichiatra.

Poco più di un anno fa, seduto sul palco dell’Eliseo per un incontro con studenti e pubblico, David Mamet dribblava con destrezza ogni domanda sulla politica americana per parlare di teatro. Raccontava di essere uno di quegli autori che preferiscono non vedere le messinscena altrui dei propri testi. Comunque, della messinscena che Luca Barbareschi ha fatto del suo ultimo testo, ‘Il Penitente’ potrebbe essere più che soddisfatto. Buone le scene geometriche che tentano di alludere agli spazi mentali della morale di cui molto si discetta, ottimi i suoni di Hubert Westkemper e i video – spesso pleonastici se non fastidiosi – qui aiutano e ben accompagnano il ritmo serrato. Più che credibile e in parte Barbareschi…

Rita Cirio – Espresso 26/11/2017

 

 

 

 

…è comunque difficile perdere una sola battuta di questo perturbante dialogo, che chiude con un colpo di scena. Quali sono le complicità e le verità nascoste che stanno dietro il dispositivo mediatico della calunnia? Che piacere si prova a distruggere la vita di un uomo? E chi di noi può dirsi totalmente innocente? Le domande si moltiplicano all’infinito, anche dopo lo spettacolo. Non è forse questo il vero fine del teatro?

Katia Ippaso – Il Messaggero 19/11/2017

 

Lo stile naturalistico può piacere o non piacere ma l’allestimento di Barbareschi rispecchia con molta cura gli intenti dell’autore e si manifesta come una critica profonda, dura a una società del tutto squilibrata e antiumana, degradata dai necrofori della dignità individuale. E il teatro questo deve fare, opposizione, essere peste per gli appestati.

Marcantonio Lucidi – 25/11/2017

 

Abbiamo visto Luca Barbareschi piangere due volte nell’impersonare Charles, uno psichiatra ebreo americano protagonista dell’ultimo dramma di David Mamet… lavoro replicato con traduzione, regia e coinvolgimento di Barbareschi

Rodolfo di Giammarco – Repubblica 27/11/2017

 

Vittima e carnefice al tempo stesso, stritolato dal sistema giustizia come da quello dei media ma anche dalla sua ignavia o indifferenza, con i vincoli imposti dai giuramenti professionali di medico o da una fede riscoperta nell'ebraismo che diventano comodi parafulmini e alibi di ferro ma arrugginito, prima della irrimediabile scoperta finale che lo 'denuda' di ogni teoria giustificazionista, al di là di vere o pretese sue omofobie.

                                                                  Enzo Bonaiuto – ADN Kronos 15/11/17